lunedì 14 novembre 2011

Cose da non fare.

 
L'Ikea al sabato pomeriggio.

Tutto è iniziato con una frettolosa colazione appoggiata al bancone della cucina, la tazza di caffè latte in una mano e il catalogo ikea pagato € 2,50 nell'altra (sì, perchè ero talmente bramosa di averlo che l'ho comprato al bennet pagandolo per poi riceverlo 2 giorni dopo gratuito nella cassetta della posta).
Mentre dalla camera da letto giungevano sommessi grugniti (fidanzato in fase di risveglio forzato) ho iniziato a focalizzare l'attenzione su quello che mi poteva servire e quello che non mi poteva servire dividendo la mia mente in 2 colonne ordinate.

Possiamo così dire che l'avventura Ikea è iniziata per colpa di un divisorio per cassetto.


 

Ed eccoci, 2 pazzi suicidi che si fanno largo nel traffico del sabato pomeriggio per raggiungere l'Ikea di Carugate in mezzo a orde di automobilisti che con molta probabilità hanno ottenuto la patente con la raccolta punti della Mulino Bianco (non è una leggenda metropolitana, la gente al sabato non sa obbiettivamente guidare, o il resto della settimana si sposta coi mezzi o disimpara le nozioni base dell'educazione stradale per l'occasione).
Arriviamo a Carugate, mezz'ora per trovare parcheggio.
Fuori dall'Ikea, non c'è.
Al piano terra del parcheggio coperto, non c'è.
Al primo piano, non c'è.
Al secondo piano, non c'è.
Al terzo piano, non c'è.
Finalmente arriviamo al quarto, che è l'ultimo e che è all'aperto; indecisi se effettivamente sia un parcheggio o un atterraggio elicotteri, parcheggiamo.
Aspettiamo l'ascensore mezz'ora e siamo soli, nel più classico film dell'orrore avrebbero fatto in tempo oltre che a tagliarci a pezzi anche a impacchettarci, etichettare il cuki e surgelarci.
La lentezza dell'ascensore è davvero disarmante, penso che probabilmente anche quello è un'ascensore Ikea e anche quello è stato costruito unendo le parti A con le parti B e stringendo a forza di brugola.
L'ascensore fa tutti i piani a salire da noi, per poi rifare tutti i piani a scendere. 
Praticamente abbiam passato più tempo in ascensore che all'Ikea stessa.
Scendiamo vecchi, affrontiamo la calca che già spinge per entrare nell'ascensore prima che noi usciamo (impazienti di abbandonare l'inferno?) ed eccoci.
Ikea.
La porta si apre con un woosh quasi sconfortante, non ho visto la scritta "Lasciate ogni speranza o voi ch'entrate" fuori ma sono sicura che ci fosse.
Il mio ragazzo comincia a sudare freddo, "Ma dai" lo tranquillizzo "Non c'è nessuno! Ricordi a Bordeaux?"
Sì.
Bordeaux.
Sono riuscito a trascinarlo all'Ikea di Bordeaux durante un road-trip della francia, l'estate scorsa, per cercare un cuscino per il gatto.
Ammirevole che stia ancora con me, e ammirevole che non abbia poi ucciso il gatto per questo.
Ad ogni modo a Bordeaux ci siamo trovati nella calca di persone che presidiavano le scale Ikea in attesa dell'apertura del negozio. Non appena l'addetto ha fatto un cenno la gente impazzita ha cominciato a correre per le scale urlando e urtandosi.
Speravo a sto punto anche nella scazzottata ma nessuno è rotolato agonizzante fino ai miei piedi, ahimè.
Esilarante.
Comunque, saliamo le scale Ikea, e lì inizia il delirio.
E' come trovarsi in mezzo al salotto di Jumanji mentre la mandria sfonda la libreria.


La mandria Ikea contempla :
- Madri interessate ai copripiumini e disinteressate ai figli che si arrampicano sui muri
- Figli senza madri che ti schizzano di fianco urlanti pestandoti un piede, dandoti uno spintone o qualsiasi altra cosa che preveda collutazione fisica
- Coppiette felici che a turno si siedono sul divano saggiandone la durezza e la morbidezza delle imbottiture
- Padri di famiglia che accigliati aprono e chiudono i cassettoni della cucina chiedendosi perchè lì le posate hanno mille cassetti adibiti
- Anziani che fan gruppo e puntellano il corridoio per chiacchierare obbligandoti a scavalcare un divano per proseguire il tuo giro
- Passeggini utilizzati come caterpillar che passano ovunque e su tutto, anche su di te se ti distrai un attimo

Stringo la mano del mio ragazzo e lo trascino per i settori.
Ho stilato una lista delle cose che voglio e quelle saranno, reparto armadi per i divisori da cassetto - reparto cucina per lo scolafrutta da lavandino, non mi interessa di nulla più, non al sabato pomeriggio almeno.
Un piano perfetto.
Soprattutto se hai un fidanzato che ti sibila nell'orecchio "Siam dentro già da un'ora" ogni volta che distogli lo sguardo dal tracciato.
Alla fine del mio veloce giro sono elettrizzata, stanca e con un principio pesante di mal di testa, il mio fidanzato è atterrito e spiazzato, unica nota di colore del suo pomeriggio è stato trovarsi alla guida di un carrellino giallo ikea con una borsa troppo sporgente appoggiata sopra, cosa che gli ha permesso anche se involontariamente di mutilare innumerevoli polpacci durante l'avanzata verso le casse provando una vena di soddisfazione nel farlo.


Ovviamente rischiare la vita e il fidanzamento per le 5 cose che ho preso non ne valeva molto la pena.
Ma tant'è, dovevo finire di sistemare casa.

1. Utilissimi set di divisori per cassetti in tela viola
2. Utilissimo scola-pomodorini da lavandino
3. Utilissimo portabottiglie che ancora non so dove mettere (l'ha voluto il fidanzato)
4. Utilissimo portaposate sporche che stazionano nel lavandino in attesa del prossimo carico di lavastoviglie
5. Utilissimo raccogli-briciole-dei-crackers e recupera-biscotti da cassettone della cucina
  




Articoli monopezzo e già montati (a parte il traliccio da bevande, ma chi ha voluto la bicicletta alla fine è stato costretto a pedalare.)

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